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Grandi problemi per il rallentamento della  crescita della Lombardia e dell’Emilia mentre sale l’ottimismo per il Sud Tirolo In evidenza

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Grandi problemi per il rallentamento della  crescita della Lombardia e dell’Emilia mentre sale l’ottimismo per il Sud Tirolo MEF

Di Mario Vacca Parma, 1 dicembre 2024 - Tra i ruoli della Banca d’Italia vi è quello di diffondere i dati riguardo l’andamento settoriale dell’economia analizzandoli secondo diversi raggruppamenti. Oggi la gestione delle risorse finanziarie è sempre più digitalizzata, è quindi importante che banche e gli operatori finanziari siano solidi e affidabili.

La Banca d'Italia ha per questo il compito di vigilare sul loro buon funzionamento, proteggendo al contempo i consumatori da eventuali comportamenti scorretti o fraudolenti.

“Sei Italiano, allora mangi bene” è la frase tipica riconosciuta all’italiano quando si gira il mondo che, mentre da un lato posiziona il Bel Paese sul gradino più alto del podio nel settore dell’alimentazione e del turismo legato a quest’ultima, dall’altro origina dubbi sul mancato riconoscimento degli altri settori, quasi a riconoscere che pian piano ne stiamo perdendo lo scettro. I dati diffusi da  Banca d’Italia sull’economia della Lombardia, ritenuta da sempre  la locomotiva d’Italia sono preoccupanti. La crescita del Pil si è allineata a quella del resto del Paese, cala la produzione industriale e cresce soltanto il turismo.

I dati evidenziano un rallentamento generale dei sistemi produttivi della regione. Il Pil dei primi tre trimestri è cresciuto soltanto dello 0,4%, in linea con quello nazionale, in un’area che è abituata a battere, anche di molto, le performance de resto del Paese, calano gli investimenti nonostante il Pnrr, calano i depositi bancari (anche a causa dell’inflazione)  ma aumenta l’indebitamento e l’insolvenza delle aziende. Sono dati che influenzati molto probabilmente anche dalla crisi del settore del lusso e dell’automotive, ed è qui la preoccupazione che nasce dal mancato riconoscimento internazionale, il Paese è stato riconosciuto sempre tra i migliori   in questi due settori, ma cosa succede oggi?

I dati della Lombardia, che se presi singolarmente non sembrerebbero cosi gravi,  pesano su tutta Italia dal momento che si tratta della regione più ricca, popolosa e produttiva con  un Pil di 480 miliardi di euro, un quinto di quello di tutto il Paese. Senza il suo contributo, anche le altre regioni rischierebbero di rallentare. Preoccupa in particolare la crescita dell’importanza del turismo, settore a basso valore aggiunto, ai danni dell’industria.

Una delle cause di questo rallentamento potrebbe essere la crisi della Germania. Il modello economico tedesco si è trovato esposto ed incapace di reagire soprattutto alla crisi delle relazioni internazionali con la Russia, seguita all’invasione dell’Ucraina, ed al rallentamento dell’economia cinese. A differenza di altri Stati dell’Ue, che hanno trovato alternative al gas di Mosca per i propri approvvigionamenti energetici, la Germania ha subito un aumento del costo dell’energia che ha rallentato la ripresa. È stata l’incapacità del governo nel gestire questi problemi a portare all’attuale crisi non solo dell’esecutivo, ma in parte anche dell’interno modello di sviluppo tedesco.

La Germania è l’unico grande Paese dell’Unione europea a non essere stato in grado di crescere dopo la pandemia. Da dopo la pandemia, la Francia e l’Italia hanno accumulato una crescita di oltre il 10% del prodotto interno lordo. La ragione di queste difficoltà della Germania stanno soprattutto nel sistema industriale tedesco. La produzione industriale è in calo e fatica a tornare ai livelli del 2019.

Prima della pandemia, la Germania basava la propria crescita su due fattori. Aveva affidato quasi completamente alla Russia la propria fornitura di energia, attraverso il gasdotto Nord Stream, che prima della guerra in Ucraina stava per essere raddoppiata attraverso Nord Stream 2. Il governo di Angela Merkel aveva chiuso le centrali nucleari nel Paese e lo sviluppo di energie pulite stava procedendo molto lentamente rispetto ad altri Paesi europei. Al contempo, le industrie tedesche, molto energivore, facevano affidamento sulla Cina sia per procurarsi le materie prime di cui avevano bisogno che per esportare i propri prodotti finiti.

Il Paese  si è trovato quindi  impreparato ai cambiamenti che sono avvenuti nei rapporti internazionali dopo il 2021. Prima la guerra in Ucraina ha quasi completamente interrotto le forniture di gas russo in Europa, dando vita a una crisi energetica che in Germania è stata molto più grave che negli altri Paesi europei, proprio per l’estrema dipendenza da Mosca dell’industria tedesca. L’energia tedesca, già molto più costosa del resto d’Europa, è salita di prezzo più che altrove, rallentando la produzione industriale.  La Cina ha poi insistito nella propria politica Zero Covid invece di affidarsi alle vaccinazioni di massa come il resto del mondo. Questo non ha solo ritardato la ripartenza dell’economia cinese, ma ha anche causato un rallentamento di tutta l’economia del Paese, che ha smesso di crescere ai ritmi dei primi 20 anni del secolo. L’industria tedesca si è quindi trova in pochi anni senza energia a basso costo, senza materie prime facilmente accessibili e senza il suo più importante mercato di riferimento per le esportazioni.

 L’economia lombarda è responsabile di un terzo degli scambi commerciali con il principale partner economico del nostro Paese. Il legame tra la regione e Berlino è evidente e le difficoltà tedesche si riflettono inevitabilmente anche sulla Lombardia. Il ritorno alla crescita della Germania, previsto per il 2025, potrebbe quindi aiutare, ma le debolezze dell’economia lombarda rimangono.

Nella vicina Emilia sono state autorizzate 6,9 milioni di ore di cassa integrazione, con un incremento del 142% rispetto ai 2,8 milioni del settembre 2023. Lo afferma un'analisi della Camera di Commercio dell'Emilia su dati Inps. Per l'ente camerale si tratta di un primo effetto del rallentamento della crescita  dovuto soprattutto alle difficoltà dell'industria (stimato un calo dell'1,5% a fine anno).   Il picco è stato raggiunto in aprile con 895.000 ore autorizzate. Anche la Cig straordinaria ha registrato un forte incremento, con oltre tre milioni di ore autorizzate da gennaio a settembre, quasi metà delle quali si sono avute nel mese di giugno. La cassa straordinaria è tutta attribuibile al comparto manifatturiero, che ha avuto un'incidenza molto rilevante anche su quella ordinaria, con 3,8 milioni di ore autorizzate nei primi nove mesi del 2024. “L'incrocio dei dati macroeconomici- sottolinea il presidente della Camera di commercio dell'Emilia Stefano Landi- evidenzia una situazione complessa, con valori positivi per il Pil, l'occupazione  ed il reddito delle famiglie (+4,6%), ma anche la certificazione di serie difficoltà per l'industria che emergono, oltre che dall'aumento della cassa integrazione, dal calo previsto per la produzione e per le esportazioni ". Lo “sforzo delle imprese per mantenere alti i livelli occupazionali e di competitività- prosegue Landi- è evidente, ed emerge bene anche dalle richieste pervenute sui bandi della Camera di Commercio dell'Emilia finalizzati agli investimenti: le domande, con un picco di oltre quattro milioni di per l'innovazione digitale, superano complessivamente i nove milioni». In questa fase, conclude il presidente della Camera di commercio dell'Emilia, «è fondamentale che il Governo agisca per sostenere un'industria che vive una situazione di evidente instabilità”.

Il 14 e 15 novembre la Banca d'Italia ha organizzato nel capoluogo Altoatesino un'iniziativa finalizzata ad avvicinare i cittadini alle funzioni e attività della banca centrale. Durante le due giornate si è a lungo parlato di stabilità finanziaria del territorio e dell’educazione economica della popolazione. Nel corso del dibattito è emerso che a Bolzano si registra un PIL pro capite elevato, ma c'è anche equità nella popolazione. E dove c'è una buona economia c'è una buona finanza. " L'Alto Adige è un caso economico di successo e lo sguardo rimane sempre proiettato al futuro: si dibatte sulla natalità e dell'impatto dell'industria sull'ambiente", inizia così Michele Benvenuti, da un anno e mezzo Direttore della filiale di Bolzano della Banca d'Italia. Sia il Presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, sia il Sindaco Renzo Caramaschi, durante il loro intervento hanno ricordato l'importanza della stabilità finanziaria dell'Alto Adige e del bilancio pubblico. Il Presidente della Camera di Commercio, Michl Ebner, ringraziando la Banca d'Italia, ha sottolineato come le banche locali siano la colonna portante dell'economia e contribuiscano al benessere collettivo. Successivamente, il Presidente di Confindustria Alto Adige, Heiner Oberrauch, ha dichiarato: "Serve puntare sulle aziende che pagano bene, perchè il territorio altoatesino è caro, ma anche sulla produttività e su chi è attento alla tutela del territorio. Le crisi economiche del passato sono state vissute bene perchè il sistema locale è basato sulla fiducia".

Esiste quindi una doppia Italia che viaggia con schemi diversi che andrebbero allineati. Il Sud Tirolo è meno industriale ma ha una qualità della vita nettamente superiore, una qualità nettamente percepibile dai cittadini e dai visitatori e non soltanto scritta sui dati cartacei elaborati “politicamente”.

 

(*) La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di "start-up", M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell'innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati alla carità ed alla fratellanza anche attraverso club ed associazioni locali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”

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